Bruno, “Certosa del Cielo”.

By “Anicec 2021″.

A cura di Gerardo Madonna e Dina Giancotti.

Le sette stelle


E’ sempre bello parlare di Bruno da Colonia, il Magister d’eminente santità, e Primo monaco certosino, che amò il Silenzio ricercando la Solitudine nella primitiva purezza di Certosa del Cielo.


Abbracciando il Vangelo con l’ascolto della Parola, e desiderio sempre più profondo d’incontrare Dio, Bruno, fin dai primi anni della sua giovinezza, diventa Splendore di preghiera contemplativa, il “Cercatore di Dio nella Parola”, e nell’ intimo rapporto, di contemplarLo.

Dio per primo va incontro all’uomo, lo cerca, lo sceglie, l’attenziona dei suoi doni, e li elargisce incaricando lo Spirito Santo, per la loro comunicazione al mondo.

In questa casistica rientra l’estrema solitudine, il rigore dell’austerità, la povertà, la preghiera e l’ascesi, che l’anacoreta Bruno ha ottenuto viventando intercessore efficace presso la misericordia di Cristo.


Bruno era nato a Colonia intorno al 1030/35, fù Prof. di Teologia e dalle letture d’agiografia bruniana, il papa Urbano II già tributava al suo maestro di Reims, benevolenza, alta pietà, e scienza eminente, al punto che risaltano anche dei “prodigi” e virtù ascetiche (enciclopedia dei santi o Bibliotheca Sanctorum), e Bruno, il Prof. di teologia e filosofia, durante la sua vita monastica in Chartreuse, si pone capace di affrontare le avversità, in grado diominare” le forze della natura, e oltre a quello di far sgorgare acque dalle rocce francesi ed italiane, ed in queste, immergendosi per fare penitenza ed orazione, macerando la propria carne, in questo Deserto di vita vissuta negli ultimi 10 anni della sua vita, dentro la grotta della prima Certosa edificata in località La Torre, oggi Santa Maria del Bosco, nelle Serre Calabresi, metteva in fuga il Maligno, lasciando questo luogo un paradiso di preghiera e di contemplazione.


Bruno (Patriarca e presenza spirituale dei monaci di Certosa), “taumaturgo e dominatore delle forze
della natura”, il “compagno santo visibile ai fedeli”, è il protettore in grado di far conseguire la
salute ad infermi di ogni genere.

E’ Colui che guarisce i “spiritati” posseduti dal demonio, e fa miracoli ai familiari dei deceduti di morte violenta. Il Santo che tuttora parla alla Gente, che ne
alimentano e diffondono il culto.


Si dà spazio al pensiero dell’Artista poliedrica, Sig.ra Dina Giancotti, Cittadina di Serra San Bruno, devota al “Compagno visibile”, la quale esprime dei concetti molto interessanti di lettura:
“Il viaggio verso la ricerca di Bruno si ferma davanti al busto reliquiario del santo, che da unimpulso decisivo alla devozione religiosa di noi fedeli, posti anche come associazione bruniana, ciò fa comprendere come, intriso nella spiritualità naturale di certi luoghi, il legame irrazionale con il proprio Patriarca Taumatugo possa resistere intatto allo scorrere dei secoli.
“Il nostro San Bruno si rivolgeva agli uomini di ieri e di oggi, a seguire il grande uomo che era Dio, e di raccogliere i suoi esempi, ovvero impegnarsi ad attuare (con spirito di esempio e di amore, attraverso la solitudine, nel silenzio della preghiera), la volontà del Signore nostro Gesù Cristo”. “San Bruno diceva che ognuno di noi è chiamato a vivere la propria vita terrena come anticipazione alla vera vita, quella divina, e c’è da riflettere anche sul profondo modo di vita contemplativa che svolgono i certosini ai quali, Dio chiama in ogni epoca della storia, le anime umane a iniziare questo cammino, e San Bruno notava quanto l’impegno contemplativo fosse riservato a pochi; sono questi pochi, chiamati da Dio, a formare e dare esempio di Chiesa”. “Parlando proprio della Certosa, e della vocazione contemplativa dei monaci bruniani che vivono in un’oasi di pace e di preghiera, e soffermandoci sullo spirito di Certosa, è solo per
uomini forti, perché sappiamo come la loro vita su cosa si fonda! C’è l’apertura alla grazia divina la preghiera assidua, e tutto serve per forgiare nel certosino ad ottenere il pieno superamento di se stesso, e coltivare i germi di ogni virtù, nutrendosi solamente dei frutti che vengono dallo Spirito Santo, quindi, l’uomo diventa contemplativo proteso verso Dio.
La realtà di vita cristiana è il ritiro, ed ha ragione di esprimersi attraverso la preghiera, perché si vede il mondo in una realtà molto diversa da quella di cui vive, ma anche il contatto dell’uomo che con spirito nuovo temperato dalla solitudine vive solo per Dio, in un atteggiamento di totale disponibilità è bontà, e per pregare per l’uomo che è lontano da Dio. Quindi San Bruno non era lontano degli uomini era in mezzo agli uomini ma lui anche per questo, si ritirava per la preghiera attraverso il silenzio e rimaneva in colloquio con la sfera celeste.“


Brunone o Brunonis, Bruno di Colonia, monaco ascetico dal cuore contrito, nascondendosi con Dio,
ha attirato nel corso del tempo, fedeli e devoti da ogni parte del mondo.

L’uomo di Dio, nel 1101 lasciò in terra il suo prezioso corpo e salì in apoteosi al Cielo; nel 1505 le sue reliquie furonobrinvenute nell’Altare del suo eremo, traslate in Certosa, mentre la santità a Brunone, fù concessa
dal Papa Leone X nel 1513.
Le spoglie dell’umile certosino d’infinita bonitas, sono venerate al suo romitorio o dormitorio serrese, cui all’interno si vede il vuoto di tomba che ospitò il virtuoso santo ascetico e taumaturgico
di Calabria.


Il santo Protettore di Serra San Bruno, è Patrono della Lituania, Compatrono della Calabria e di Catanzaro, e di Paesi nel mondo. Rimane specchio di perfezione o “speculum perfectionis”, modello religioso da imitare, esempio di virtù cristiane, che non cessa di provvedere in ogni tempo ai bisogni e agli interessi della Chiesa, quindi, perenne intercessore verso Gesù Cristo.

Informazioni su Comunicazione e Cultura, Alta Scuola. P.U.L. Città del Vaticano; Università Cattolica; Accademia di Giornalismo.

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