Il fascino della vita monastica di Padre Elia Catellani già Priore della certosa di Vedana che dal monastero conventuale di Serra San Bruno passa a vivere da eremita presso la casa dedicata ai tre santi Francesco. Calabria
Il certosino eremita di San Bruno sacerdote e confessore delle Genti.
padre elia 2010 – 11
Un po di storia. (racconto autobiografico):
“ero un ragazzino di 9 anni e aiutavo mio padre in campagna, sentì la chiamata da Dio e raccontai tutto in famiglia; con l’aiuto di mia madre ed una zia terziaria francescana mi chiesero se volevo entrare in seminario ed io risposi di si!
Intrapresi gli studi di ginnasio e all’età di 19 anni entrai nel monastero certosino.
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Tutt’oggi 5- I-2014 da ultra ottantenne
Dom Elia, officia il culto religioso nella chiesa dei tre santi della carità: San Francesco di Paola, san Francesco di Assisi e del beato Francesco di Zumpano).
Eremo dei Santi Francesco in Calabria 
Parrocchia S. Michele Arcangelo Zona pastorale di Soriano Calabro, Dinami.
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FILMATI che completano la notizia.
youtube
anno 2013 https://www.youtube.com/watch?v=gPtf777NzgM
anno 2012 https://www.youtube.com/watch?v=ParVwkZ6EPA
https://www.youtube.com/watch?v=W1uuybIAndQ&feature=g-upl
https://www.youtube.com/watch?v=EFofSWTPN0U&feature=g-upl
https://www.youtube.com/watch?v=Kik7IRIBI9o&feature=g-upl
https://www.youtube.com/watch?v=3xPgW_xXFA0&feature=g-upl
https://www.youtube.com/watch?v=NeDtOtOzals&feature=g-upl
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Testimonianza cristiana nell’eremo dei 3 santi Francesco
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Domanda: perchè oh padre, la VITA MONASTICA è svolta fuori dalla Certosa di Serra San Bruno?
Risposta: nella Solitudine, silenzio, preghiera e nell’austerità, tutto tende ha completare il disegno divino cioè quello di aver esaudita, assecondando la profonda ispirazione di fede e devozione ai tre santi Francesco che …. (un giovane vivace, intrapendente ed attivo, gestore di una “bottega di generi alimentari e diversi”di Melicuccà in Dinami) aveva maturato con gli anni un vecchietto il Sig. Francesco Tonzo n. 16-10-1916, con una storia che sà di umano e di divino, una storia che l’han visto pellegrino in tutta Italia, ricalcando le orme di San Francesco per la capacità avuta quella di aver dato un luogo sacro, solenne e ameno tra il verde delle pinete e degli agrumeti, quasi sospeso tra il cielo e la terra, a fedeli che accorrono sempre più numerosi per gettarsi nelle braccia dei tre santi Francesco.
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Un ”pensiero” di frate Elia:“l’efficacia della vita contemplativa”.
Padre Elia nel breve II° racconto: entrato in Certosa negli anni Cinquanta, è stato in Italia, Francia e Svizzera e nel 1974 fu priore della Certosa di Vedana (aveva aperto per la prima volta le porte di una certosa alle telecamere della Rai).
La missione di un monaco quale confessore delle Genti, entrato in certosa all’età di 19 anni.
Proveniva al monastero di Vedana nel periodo di tempo, anche il vescovo divenuto patriarca di Venezia che divenne poi eletto pontefice col nome di Luciani. Il trasferimento alla certosa di Portes e successivamente alla certosa calabrese di Serra San Bruno ove Dom Elia trovò priore un suo allievo e quì ….. conoscendo la storia del suicidio dell’ex priore, volle e rimase per oltre venti anni. che causò il mantenimento del frate confessore dentro la Certosa di Vedana, con decisione di dom Elia ad un ritorno in Francia presso la Certosa di Portes-en-Bugey, fino a quando non approdò quale monaco certosino eremita e cenobita nella certosa di Serra San Bruno ivi rimasto per oltre vent’anni).
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Poi tra il 1999 ed il 2000 lascia la clausura per sua volontà e con un permesso di un anno, rilasciato dal Vescovo e dal suo Priore, poi diventato triennale e rinnovabile ancora sino a tutt’oggi scadente al 31 DICEMBRE 2012 e Padre Elia lasciato la vita claustrale, dove andrà ad approdare?
La storia che Egli stesso racconta:
…un vecchietto fondatore dell’Eremo dei Santi cercava un frate francescano per la direzione spirituale e confessore della gente, ma non riuscì a trovarlo, pertanto pensò di recarsi alla Certosa di Serra, e chiese al priore se ci fosse disponibilità di qualche monaco che svolgesse tale ministero. Con il consenso del padre generale e del vescovo, decisi di venire in questo luogo per un anno e mi trovai bene!
Continuo tutt’oggi l’attività d’eremita e di sacerdote con permesso accordatomi di tre anni dai miei superiori, scade al 31.12.2012 dopo deciderò cosa fare”.
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Attualmente 28 Novembre 2012.La certosa di Serra san Bruno oggi è occupata da 3 o quattro monaci, (dai 15 0 16 occupanti: due sono usciti dalla vita eremitica, altri sparsi e suddivisi in altre certosa o nella Gande certosa di Francia dove (solo i monaci presenti in questo convento) hanno eletto il nuovo reverendo padre priore generale dell’ordine dei Certosini Francesco Maria Velut.
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La nostra visita a Padre dom Elia che vive nell’Eremo dei Santi Francesco a Dinami, in provincia di Vibo Valentia, nella Diocesi di Mileto, in Calabria ITALIA.
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Perché Padre Elia ha lasciato la vita claustrale ?
Egli stesso ci ha risposto:
” …un vecchietto (Francesco Tonzo) fondatore dell’Eremo dei Santi cercava (1992) già attraverso gli schermi televisivi lanciando il suo famoso appello:
“cerco frati per il monastero di Soreto”, un frate per la direzione spirituale e confessore. Francesco Tonzo non si fermò alla TV e pensò di recarsi alla Certosa di Serra San Bruno dove chiese al priore se ci fosse disponibilità di qualche monaco che potesse svolgere tale ministero”.
” decisi, con il consenso del padre generale e del vescovo, decisi di venire in questo Luogo sacro per svolgere il ministero per un anno, vidi e mi trovai bene! Continuo tutt’oggi l’attività d’eremita brunoniana e quella di sacerdote sempre con il “permesso” accordatomi di tre anni dai miei superiori”.
Padre Elia Catellani (già priore della certosa di Vedana (Belluno) è rettore dell’eremo di Soreto e, con le sue meditazioni, apre le porte della «Certosa del cuore», nella quale con sincera umiltà e vera fiducia possiamo chiedere a Dio di ammetterci, per suo puro dono, a quella eterna «Certosa del cielo» che è Vita di eterno Amore trinitario.
Il fascino della vita monastica di Padre dom Elia Catellani monaco che parla della vita monastica dell’ordine fondato da San Bruno.
Vivendo da eremita senza clausura nell’Eremo dei Santi Francesco a Dinàmi, Soreto (VV) nei pressi di Mileto in Calabri emerge la storia della vita di questo uomo ormai ultraottantenne che dalle mura di diverse certose, comincia negli anni Cinquanta in Francia, Italia e Svizzera il suo ministero di sacerdote.
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L’articolo: “Cerco un ascolto senza giudizio” scelto da Luigi Accattoli | 06 ottobre 2011 «L’uomo facilmente dimentica che sempre può trovare in Dio ricco di misericordia un’accoglienza senza giudizio e allora cerca nella seduta psicoanalitica quantomeno un ascolto senza giudizio» di Jacques Dupont priore della Certosa di Serra San Bruno nei tre giorni di conversazione – il Priore Jacques Dupont:
Solo di fronte all’Unico. Luigi Accattoli a colloquio con il Priore della Certosa di Serra San Bruno (Rubbettino editore).
Egli afferma che “il più grave peccato è il giudizio dell’altro” e così risponde a una domanda sull’umanità che corre dagli psicologi: “Abbiamo bisogno di un ‘tu’. Ogni cristiano ritiene che in Dio possiamo trovare il ‘tu’ che è necessario a ognuno e che può accogliere tutti. Ma l’uomo facilmente dimentica la possibilità che ha sempre di rivolgersi a questo ‘tu’ accogliente e allora cerca nella seduta psicoanalitica un ascolto senza giudizio. Purtroppo non sa più – forse gli hanno fatto dimenticare – che nel Signore può sempre trovare quell’accoglienza senza giudizio. Non è tanto l’esigenza di essere ascoltati, ma di essere ascoltati senza essere giudicati. Questa sensibilità l’avverto spesso nei giovani che arrivano qui. E hanno ragione, hanno proprio ragione! Il Dio cristiano non è un Dio di giudizio e di condanna, mi sento di poterlo dire con sicurezza e non perché così è detto nella dottrina, ma per la mia esperienza personale”.
fonte:http://www.vinonuovo.it/index.php?l=it&art=582
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Questa zona calabrese rivalutata è diventata centro di fede e di speranza per le nuove generazioni.
Dom Elia Catellani
Officia il culto religioso con stesso insegnamento acquisito dal Rettore san Brunone di Colonia padre dei certosini.
Durante gli incontri
con le giovani coppie è solito ripetere:
“Siate generosi, vivete in grazia di Dio, siate aperti ad ascoltare la voce del Signore, anche in famiglia.
Ma se in famiglia non c’è mai silenzio o pause di riflessione, come si fa ad ascoltare? A proposito della vita certosina egli ce la descrive soffermandosi su quelli che definisce i quattro pilastri di essa, ovvero: la solitudine, il silenzio la preghiera e l’austerità.
Padre Elia ci spiega che, “Per vivere in solitudine bisogna essere innamorati di Dio, altrimenti non si resiste; stessa cosa vale per il silenzio, che deve essere abitato dalla presenza del Signore, e accompagnato da un silenzio interiore, che escluda dalla mente le distrazioni.
La vita monastica è una testimonianza di Fede.
Signore, facci comprendere il vero cammino dell’esistenza umana nella pratica della virtù e nella luce dell’eternità.
Il rafforzamento dell’austerità di questa vita della Certosa è un apporto supplementare di spiritualità ad un mondo che ne ha un così grande bisogno.
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nella foto sotto:
padre Basili0 Caminada e Padre Elia seduti col gruppo di preghiera ai scalini del dormitorio di San Bruno – Loc. St. Maria del bosco.
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Fatte le dovute precisazioni, le nostre ipotesi, realizzate con l’insostituibile aiuto di Padre Elia Catellani rettore dell’eremo di Soreto, 
partono da fattori di ricerca ben delimitati: la geografia naturale ed umana di Arena e la sua orografia.
La zona …http://aca.altervista.org/un_po_di_storia.html
Progetto Culturale Vite esemplari Ciclo d’incontri a Carpi http://www.progettoculturale.it/pls/progettoculturale/v3_s2ew_consultazione.mostra_paginawap?id_pagina=11073&attiva_menu=0&nohtml=0
VITA MONASTICA CERTOSINA Iniziamo con il ciclo di testimonianze sull’anno sacerdotale, presso la chiesa di San Francesco http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/cci_new/s2magazine/index1.jsp?idPagina=28969http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/pls/cci_dioc_new/consultazione.mostra_pagina?id_pagina=28970
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Le preghiere di affidamento che Padre dom Elia Catellani ha scritto con l’approvazione ecclesiastica di affidamento a San Bruno e al Beato Lanuino compatrono della Certosa.
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concedendone il contenuto si dà pubblicazione:
O amabilissimo Padre (e nostro Patrono) San Bruno,
pieni di fiducia nella tua benevola intercessione, mi affido a Te, come figli carissimi. Ci sentiamo peccatori, sempre bisognosi di aiuto spirituale, senza alcun merito da far valere, ma appunto questa nostra povertà interiore è la ragione più valida del nostro abbandono nelle tue mani soccorritrici, sicuri della tua comprensione ed accoglienza per la conoscenza che abbiamo della tua paterna bontà. Abbiamo bisogno di luce sul nostro cammino per non lasciarci stornare dalle sollecitazioni continue di questo mondo. Tu sei stato Maestro di saggezza e Guida sicura di tanti alunni, saldamente ancorato a quella roccia incrollabile di Pietro, a cui tu hai votato sincera obbedienza e per la quale hai speso tante energie. Tu volevi la chiesa pura e santa nei suoi capi nelle sue membra, non sei stato a guardare impassibile gli eventi della storia come se tu non gli appartenesti o non ne fossi responsabile, ma ti sei fatto attivo difensore della disciplina ecclesiale e dell’ordine sociale contro venti e maree, incurante delle persecuzioni, a costo di perdere tutti i tuoi beni. Abbiamo bisogno della tua lucidità, del tuo discernimento, del tuo intrepido coraggio. Infondi in noi, tuoi amatissimi devoti, queste tue qualità perché possiamo essere come Te, figli devoti della chiesa, a gloria del Divino Padre. In mezzo alle lotte della vita tu hai saputo mantenere sempre una grande equanimità, un cuore dolce e materno, un tratto affabile, rapporti fraterni, hai coltivato profonde amicizie, hai saputo apprezzare le bellezze della natura con animo contemplativo traboccante di riconoscenza. Comunica anche noi, tuoi devoti fedeli, questo tuo spirito capace di cambiare il cuore degli uomini e di trasformare questa società secondo l’ideale evangelico di fraternità, di pace di comunione con Dio. Tu hai voluto realizzare questo ideale evangelico in una comunità di monaci dediti solo alla vita di preghiera e di unione con Dio, cosciente che solo la GRAZIA del PADRE può ottenere a questa umanità i soccorsi di cui ha bisogno per raggiungere il suo disegno d’AMORE UNIVERSALE. Rendici sempre più docili a questa GRAZIA, sempre più sensibili a questo AMORE, per affrettare il REGO di Dio su questa terra e trovarci poi tutti insieme nella gloria del cielo.Così sia.
Preghiera al Beato Lanuino compatrono della Certosa.
O Beatissimo Lanuino,
l’Amore
intenso di Dio ti ha portato con S. Bruno nella solitudine delle Serre per vivere unicamente di Lui e per Lui, fonte di Vita, di Grazia, di Gioia. Aiutaci e sostienici nella nostra Fede, perché, attraverso le vicende di questa vita terrena, teniamo sempre fisso il nostro sguardo a questa Fonte Divina. Il Signore ti ha dotato di qualità naturali eminenti. Hai saputo orientarle al servizio di una vita di preghiera, di una comunità di fratelli, manifestandone la fecondità spirituale e il benefico influsso nella società. Che il tuo esempio e la tua potente intercessione richiamino tante anime giovanili a non temere la rinuncia ai beni effimeri di questo mondo e a corrispondere generosamente all’appello del Signore per il bene dell’Umanità afflitta dalle passioni incontrollate, dall’egoismo, dalla discordia, dalla violenza.Tu sei sempre stato operatore di pace, animato da un cuore buono e misericordioso e da un giudizio equilibrato. Hai risolto dissapori, hai ricondotto prigionieri alle loro famiglie, hai visitato e rappacificato comunità, hai creato “comunione”. Continua, Padre beatissimo, quest’opera di bene in questa tua terra che hai percorso e visitato, e dove hai fondato i primi nuclei abitati. Continua, Ti supplichiamo vivamente, a riconciliare gli animi,, ad effondere il tuo Spirito e la tua preghiera su questa regione che hai tanto amato e beneficato.O Celeste compatrono , fa trionfare l’aspirazione all’unione e rendila, unendoci maggiormente al Cristo Signore, ora e per tutti i secoli dei secoli. Amen. Con approvazione ecclesiastica. Dom Elia Catellani, monaco brunoniano.
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fonte:
http://www.facebook.com/profile.php?id=100000464083927#!/photo.php?fbid=325578167467650&set=a.141126259246176.23979.100000464083927&type=1&theater
 Preghiera al Beato Lanuino compatrono della Certosa, a cura di Dom Elia Catellani monaco certosino, già Priore della certosa di Vedana, che officia il culto nella chiesa dei tre santi della carità: Francesco di Paola, Francesco di Assisi e Francesco di Zumpano. Parrocchia S. Michele Arcangelo Zona pastorale di Soriano Calabro, 89833 Dinami (VV). http://www2.diocesimileto.it/persona.php?id=121&tit=don+Elia+CATELLANI+&data=12%2F05%2F1931&datao=25%2F02%2F1957
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cronaca – Quando don Elia fu responsabile di certosa che lo vide in responsabilità nei confronti di un altro monaco che dai compiti di confessore di certosa dava assoluzioni verso fedeli esterni con incarichi quindi e per questo si riteneva idoneo un trasferimento in altri compiti e/o sede al punto di ricevere l’ispezione di due visitatori priori monaci *(“tra cui quello responsabile della certosa di Serra San Bruno, padre Penenburg che nella ricostruzione giornalistica veniva descritto come «un religioso equilibrato, sensibile, preparato […] dotato anche di un gran senso di umanità con sua cultura, dalle capacità, legate a grande rettitudine d’animo, prescelto dalla casa madre di Grenoble come uno dei padri «visitatori» ………., ”)* che, dopo la visita del convento di Vedana si recarono presso il patriarca di Venezia all’epoca il futuro papa Luciani per poi proseguire il viaggio verso la Grande Certosa di Francia, causò il mantenimento del frate confessore dentro la Certosa di Vedana, mentre con decisione verso dom Elia di partire e far ritorno in Francia presso la Certosa di Portes-en-Bugey, sino a quando non s’insediò nella certosa di Serra San Bruno ivi rimasto per 22 anni.
Il ritorno dalla grande Certosa di Willibrando Pnemburg ( un viaggio molto disturbato) con l’atterraggio all’aeroporto di Reggio Calabria. L‘autista lo accompagnava al monastero di Serra San Bruno , e vide il vigoroso quarantaseinne, originario di Boixtel, ( cittadina di trentamila abitanti situata nella provincia olandese del Brabante settentrionale) che presentava segni di stanchezza ed assenza dalla realtà; il priore aveva deciso di lasciare il silenzio certosino per attraversare l’acheronte (dal nome di un fiume infernale della mitologia classica), ovvero l’ oltretomba e, tragicamente di scomparire dal mondo uccidendosi impiccato, ma perchè, e per quale ragione?
Oggi, questa storia passata, viene raccontato come fù trovato il corpo: ”dopo l‘apertura della porta della stanza, con l’utilizzo di una chiave di riserva in dotazione ad un anziano monaco, “inerme, il collo del cadavere legato ad un lenzuolo ed appeso ad un portatunica, fissata in impiglio all’impalcatura di legno, e adiacente al letto dell’uomo”.
L’episodio di Willibrando Pnemburg occupò marginalmente le cronache e che ben presto venne derubricato al semplice pettegolezzo da strapaese. Il 21 febbraio del 1975, era una giornata fredda, gelida, un timido sole, ogni tanto, faceva capolino tra le nuvole minacciose che si addensavano all’orizzonte. I serresi intenti alle loro attività e con la testa già rivolta alla pausa domenicale, ormai prossima. Sembrava un venerdì come tanti altri, quando, nella tarda mattinata, iniziò a circolare un’indiscrezione clamorosa, per certi versi inquietante. Chi aveva dato per primo la notizia, lo aveva fatto come se in realtà stesse facendo una domanda. “Dicia ca s’ammazzau nu monacu, cus’apa se vieru?”. Una volta trapelato, quello che sulle prime sembrava un pettegolezzo, era stato propalato con sconcertante rapidità, tanto da arricchirsi, nel corso delle ore, di particolari e dettagli non sempre aderenti alla realtà. Qualcuno, con sicumera, andava ripetendo: “dicia ca non era nu monacu, dicia ca s’ammazzau lu priguri”. In tanti, già dubbiosi sulla prima notizia, stentavano a credere alla seconda. Era difficile già immaginare che un certosino si fosse tolto la vita, contravvenendo uno dei più importanti precetti cristiani, ma un padre priore, poi? La condanna per chi si toglieva la vita era categorica. Formulata con la patristica si era arricchita di postulati e riflessioni con la scolastica. Il primo a condannare il suicidio, era stato, infatti, Sant’Agostino, nella “Città di Dio”. Il precetto era stato espresso con maggior vigore, in epoca medievale, da San Tommaso D’Aquino, che aveva definito il suicidio “un peccato contro Dio”. Eppure, al di là di ogni ragionevole dubbio, come riportato, due giorni dopo nelle pagine dedicate alla cronaca nazionale della “Gazzetta del sud”, le mura certosine erano state teatro di un fatto che, come recitava l’occhiello, aveva “Turbato la pace del Convento”. Il titolo del pezzo firmato da Domenico Nunnari, non lasciava alcun dubbio: «S’impicca a Serra San Bruno il padre priore della Certosa». fonte http://www.ilvizzarro.it/quel-misterioso-suicidio-in-certosa-un-giallo-irrisolto-da-trentanni.html )
Ci si chiede oggi (28 novembre 2012) se era possibile evitare la disgrazia; forse …pare proprio di no!
http://www.youtube.com/watchv=54Gx6pRbcYM&feature=player_embedded
http://cartusialover.wordpress.com/2011/01/08/padre-elia-catellani-un-certosino-speciale/
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Giornalismo cristiano ANICEC – (PUL Città del Vaticano e Università Cattolica).
Anicec 2014 di Gerardo Madonna
a- San Bruno di Colonia. Primo Certosino. 