Notizie dalla Certosa di Serra San Bruno.

imagesFV3BO4H0Il nuovo Priore alla Certosa di Serra San  Bruno.

Dom Basilio Trivellato 

 

Il monastero conventuale della Certosa dei Santi Stefano e Bruno in Calabria, avrà una nuova guida: Dom Basilio, cs1già priore della Certosa della Spirito Santo e perfetto conoscitore della “strage di Farneta”, la storia sconosciuta dei dodici certosini fucilati dai tedeschi nel 1944.

Luigi Accattoli scrive nella premessa che, in queste pagine, racconta un fatto primario della reazione italiana all’occupazione tedesca e, forse, il più corposo dal punto di vista cristiano.
I monaci avevano nascosto nel monastero della Certosa di Farneta (Lucca) un centinaio di ricercati dai nazifascisti: perseguitati politici, partigiani ed ebrei. Fatti prigionieri dalle SS, nella notte tra l’1 e il 2 settembre 1944, condotti prigionieri a Nocchi di Camaiore e, poi, a Massa, furono uccisi a piccoli gruppi e in diversi luoghi, tra il 7 e il 10 di quel mese, insieme a trentadue persone che erano state accolte nella Certosa: in parte perché ritenuti colpevoli di resistenza all’occupante, alla pari dei monaci; in parte “selezionati” per fare numero in operazioni di rappresaglia, insieme a decine di altri rastrellati in quelle giornate di ritirata delle truppe tedesche.
Per Accattoli, straordinari aspetti simbolici arricchiscono la vicenda: i dodici vengono da sei Nazioni, hanno età diverse, portano con loro esperienze singolari. Tre sono di lingua tedesca (ciò non servì a salvarli); uno era stato vescovo in Venezuela (ne era stato scacciato da un dittatore e i nazisti lo consideravano una “spia americana”); un altro era spagnolo e, in patria, otto anni prima, si era avventurosamente salvato da un analogo assalto alla Certosa di Montalegre, da parte dei “rossi”.
I nomi dei dodici certosini sono elencati nel libro, nell’ordine in cui furono fucilati. I primi due il 7 settembre 1944, sulle pendici di Montemagno: Martino Binz, sacerdote, svizzero di lingua tedesca, e priore della comunità dal 1940; Bernardo Montes de Oca: era stato vescovo di Valencia (Venezuela), ma è solo un novizio. È l’unico dei dodici a non essere sepolto nella Certosa: i suoi resti, riconosciuti solo nel febbraio 1947 dai frammenti del breviario ritrovati nel luogo della fucilazione, sono stati portati in Venezuela e sepolti nella cattedrale di Valencia. È anche l’unico ad avere avuto fin d’allora onoranze di martire, prima a Lucca, poi a Roma e, infine, in patria.
Tra gli altri dieci certosini fucilati, spicca la figura di Gabriele Maria Costa, sacerdote, “procuratore” della Certosa dal 1942. È l’unico tra i confratelli a sapere tutto dell’opera di accoglienza dei ricercati e ad avere la piena percezione del rischio che ciò comporta; il “procuratore”, infatti, è l’economo della Certosa, il responsabile delle attività dei “fratelli” laici che conducono i lavori agricoli e artigianali del monastero, il gestore delle proprietà della comunità al di fuori del muro di cinta; l’unico a curare le relazioni con l’esterno, comprese – nel suo caso – quelle necessarie al soccorso prestato agli ebrei e ai perseguitati. Per questi impegni, più volte, nei mesi dell’occupazione tedesca, era uscito dalla Certosa in abiti borghesi, per non esporre la comunità monastica ai rischi che correva.
Sue sono le parole che, confidate durante la prigionia ai monaci sopravvissuti, esprimono una perfetta consapevolezza della situazione: “Se veniamo uccisi voi dite che è stato a causa della carità”.
Per l’accoglienza degli ebrei è in contatto con Giorgio Nissim. È amico di Gino Bartali, attivo anche lui nell’opera di salvataggio degli ebrei. Durante il periodo trascorso nella Certosa di Firenze (1929-1933) conobbe Giorgio La Pira, di cui fu confessore e che scrisse la prefazione della biografia di San Bruno, pubblicata da padre Costa con lo pseudonimo di A.Mariani, non essendo permesso ai certosini di apparire come autori di pubblicazioni. L’intelligenza collettiva, scrive ancora Accattoli, in relazione ai fatti di Farneta, ha trovato un’espressione compiuta nella motivazione della medaglia al merito civile, assegnata dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, nel 2011: “Comunità conventuale sempre occupata nel soccorso dei più deboli, durante l’ultimo conflitto mondiale, con spirito cristiano ed encomiabile virtù civile, si prodigava offrendo aiuto ai perseguitati, agli ebrei e a quanti sfuggivano ai rastrellamenti. Subiva la feroce rappresaglia da parte dei soldati tedeschi che pure aveva accolto, sacrificando la vita di numerosi suoi Certosini, separati dai confratelli, deportati e dispersi. Nobile esempio di grande spirito di sacrificio e di umana solidarietà”.
La riservatezza dei Certosini sull’accaduto e il “conflitto interpretativo” dell’evento (tra chi lo percepiva in chiave “resistenziale” e chi come “opera di carità”) hanno impedito che questa tragica storia fosse conosciuta dal grande pubblico. Luigi Accattoli ha ottenuto dall’Ordine Certosino l’autorizzazione a pubblicare un documento riservato e, fino a oggi, inedito: la “Relazione sul martirio dei monaci di Farneta, uccisi dai tedeschi nel settembre del 1944, redatta da un monaco certosino nel 1999, su richiesta della Pontificia Commissione per la Commemorazione dei Testimoni della Fede del secolo XX, che si tenne al Colosseo, domenica 7 maggio 2000, nell’ambito del Grande Giubileo dell’anno Duemila”. Accattoli ha raccolto anche le testimonianze dirette degli ultimi protagonisti dei fatti.
Luigi Accattoli, giornalista del “Corriere della Sera” dal 1981; dal 1975 al 1981 ha lavorato alla “Repubblica”. Collabora alla rivista “Il Regno”. Nel 2011 ha pubblicato un volume sul mondo delle Certose.

 Dom Basilio Trivellato lascia il priorato della Certosa di Farneta (Lucca), e rientra in Certosa della Calabria come Priore  della comunità degli eremiti-cenobiti del monastero di San Bruno dove già  dal 1999 al 2001 aveva trascorso due anni come vice priore.

*Nel recente incontro avvenuto col monaco Dom Elia Catellani presso l'Eremo dei Tre santi Francesco a Dinami, Costui racconta come i monaci avevano nascosto nel monastero della Certosa di Farneta (Lucca) un centinaio di ricercati dai nazifascisti: perseguitati politici, partigiani ed ebrei. Fatti prigionieri dalle SS, nella notte tra l’1 e il 2 settembre 1944, condotti prigionieri a Nocchi di Camaiore e, poi, a Massa, furono uccisi a piccoli gruppi e in diversi luoghi, tra il 7 e il 10 di quel mese, insieme a trentadue persone che erano state accolte nella Certosa: in parte perché ritenuti colpevoli di resistenza all’occupante, alla pari dei monaci; in parte “selezionati” per fare numero in operazioni di rappresaglia, insieme a decine di altri rastrellati in quelle giornate di ritirata delle truppe tedesche.*

Il nuovo Priore è stato nominato dal   Reverendo Padre Generale, dom Dysmas de Lassus, Priore della Grande Certosa di Francia eletto il giorno 7 novembre 2014 dai priori di tutte le certose che  lo Spirito Santo ha aiutatoa scegliere ed a nominare  la loro guida..q1

La decisione presa ai vertici della Certosa permetterà l’avvicendamento che avverrà il 9 dicembre 2014 nella certosa di Serra con consegna a Dom Basilio Trivellato dei compiti di priore, e  dall’uscente  dom Jacques Dupont che lascia la Certosa calabrese dopo più di 21 anni (dove nel 1993 era succeduto a dom Gabriele Maria Lorenzi) dal suo arrivo al monastero di Serra che lascia per gli intensificati impegni di rappresentanza presso la Santa Sede in Roma.

mmnnn

L’ex Priore della Certosa di Serra Dom Dupont, sacerdote certosino  è un uomo di molto cultura, laurea in matematica, esprime il più caloroso ringraziamento a tutti i Calabresi e per tutto ciò che ha ricevuto nella Cittadella dello Spirito (Luogo della ricerca, della contemplazione, della preghiera e della relazione con la Chiesa).

Ecco la sintetica ed intensa missiva della comunità certosina che di buon’ora hanno diffuso.

Dio che ha condotto san Bruno nei boschi calabresi più di novecento anni fa non ha mai smesso, nella sua benevolenza, di assistere e proteggere i monaci che si sono avvicendati nel corso della storia in questo insediamento monastico. Anche dopo un allontanamento durato circa tre secoli, l’Ordine certosino ha voluto, esattamente cinquecento anni fa, ristabilire una comunità in questo monastero che conserva, ancora oggi, le reliquie del santo fondatore.Nonostante un altro periodo d’interruzione, in seguito al terremoto del 1783 e alle soppressioni degli ordini religiosi, i Certosini hanno sempre tenuta viva la fiamma della vita monastica in questa terra. Dopo più di 21 anni dal suo arrivo a Serra San Bruno, dom Jacques Dupont lascia la Certosa calabrese, per poter svolgere meglio, in un’altra sede, la sua funzione di Procuratore generale dell’Ordine. Da qualche tempo, infatti, si sono intensificati i suoi impegni di rappresentanza presso la Santa Sede, nonché quelli di Visitatore delle Certose di Spagna, costringendolo a molte assenze. Il Reverendo Padre Generale, dom Dysmas de Lassus ha contestualmente nominato il nuovo Priore della Certosa calabrese nella persona di dom Basilio Trivellato, già priore della Certosa della Spirito Santo in Farneta (Lucca), che ha trascorso due anni nel monastero serrese dal 1999 al 2001, come vicario della comunità certosina.Mentre si invoca il dono della Spirito Santo su dom Jacques e dom Basilio all’inizio del loro nuovo ministero, si ringrazia il primo per l’azione spirituale che ha saputo condurre in questo ventennio di priorato e si augura al secondo un proficuo ministero sulle orme di san Bruno in terra di Calabria.Dom Jacques vuole esprimere il più caloroso ringraziamento a tutti i Calabresi per ciò che ha ricevuto da loro e da questa terra: “È stato un grande dono di Dio vivere tanti anni in un luogo che aveva già incantato san Bruno.I vari e numerosi contatti con i Serresi e i Calabresi mi hanno arricchito umanamente e spiritualmente. Non ho parole per ringraziare ciascuno, ma ognuno può essere sicuro che avrà per sempre un posto privilegiato nel mio cuore. Mando a tutti un saluto affettuoso, con l’augurio, sostenuto dalla preghiera, che possano rispondere con gioia e con impegno al progetto di Dio su questa terra benedetta”.

images[4]        Anicec 2014  a cura di Gerardo Madonna.

Lascia un commento